Nei giorni scorsi il blog non è stato aggiornato perché… ero in gita!
Quest’anno la biondaprof e le colleghe hanno scelto un itinerario particolare: mitteleuropeo, storico, ambientale, patriottico. Prima di presentare quanto abbiamo visto e visitato, due considerazioni. I nostri alunni si sono comportati bene: rispettosi in alcuni luoghi, rilassati in altri, caotici e moderatamente casinari sul pulmann, educati in albergo, partecipi nelle varie visite guidate. Un successone… anche se, e qui si profila la solita incognita che mi spinge a considerare le gite sempre più difficili da gestire, le prof, tra cui la Bionda, hanno sventato sul nascere un tentativo di gioco della bottiglia. Predicozzo, reiterazione dei “giri” nelle stanze, terzi e quarti gradi alle più sveglie e ai più svegli… tutto nella norma, insomma. Anche per quest’anno è andata.
Certo, ogni volta è un colpo per la Bionda: salire sul pulmann, mettersi comoda, controllare lo zainetto, aver voglia di cantare Battisti e Bennato e… rendersi conto che non è più il tempo di sedersi in fondo per chiacchierare, mangiare di nascosto salatini e patatine, controllare compulsivamente capelli e trucco allo specchietto portatile e flirtare senza farsi vedere dai prof, perché la prof adesso è lei. E allora bisogna fare l’appello, raccomandare di non mangiare sul pulmann, di non buttare le carte delle caramelle, ritirare i cellulari, dare occhiate ai più casinari, cercare di dialogare con l’autista per stabilire soste e tappe in autogrill. E, nel viaggio di ritorno, quando sale leggera leggera la sensazione che si presentava anche anni fa, quella definibile “eh, che peccato, è già finita…”, rendersi conto che subito dopo ne arriva un’altra, che domina la mente negli ultimi km, riassumibile più o meno così “li abbiamo portati a casa sani e salvi, felici, divertiti e interi. Adesso mi posso rilassare”.
Prima tappa
Seconda tappa
Il centro storico di Trieste: Piazza Unità d’Italia,
il Foro di San Giusto e il Castello di San Giusto
Terza tappa
Quarta tappa
Quinta tappa
Ma… sei la prof. del figlio di Agrimonia?! (http://agrimonia71.wordpress.com/2012/05/06/del-ritorno-del-guerriero/#comments). Bellissima gita, bellissimo tutto. Ma, soprattutto, come capisco quella strana doppia sensazione: sali sul treno o sull’autobus e ti senti pronta metterti le cuffie. E poi ti scuoti e ti rendi conto che sei dall’altro lato. (Per non parlare della sindrome dei can pastore!).
Bentornata!
Sob !
Io di gite scolastiche non ne faccio + da 40 anni… sob… era meglio allora (?)…
Anonimo SQ
allora:
1) anni fa feci più o meno la stessa gita, con qualche variante: no Redipuglia ma Aquileia, Grotte del gigante invece di Postumia e giornata nel paesaggio semicarsico della val Rosandra fino al confine con la Slovenia. fu una gita fantastica!
2) l’effetto-straniamento da pullmann coglie sempre anche me!
3) ora e sempre sì al gioco della bottiglia! in quella famosa gita gli organizzai anche un apprezzatissimo giro di gioco del pascià! 😛
@povna
La sindrome del cane pastore, bergamasco nel mio caso… ce l’ho! Li precedo, poi li seguo, poi li ricompatto, poi li incito ad accellerare, poi a rallentare. Un vero cane da pastore… 🙂
@Anonimo SQ
la gita è sempre la gita 😉
@noisette
sono belle zone, davvero, e piene di spunti geostorici ambiental-culturali… E però mi devi spiegare il gioco del pascià, confesso di non avere la più pallida idea di cosa sia! Davvero
@povna
Dimenticavo: non sono la prof del figlio di Agrimonia, però che coincidenza: la stessa gita…
No, io in fondo al pullman MAI: soffro molto il mal d’auto, per cui sgusciavo nei primi sedili e lì rimanevo in stato catatonico senza svegliarmi un granché nemmeno all’arrivo – e questo è il motivo per cui tuttora faccio solo le gite del mattino, in qualità di Cadavere Accompagnatore. Fortuna che l’ultima gita del liceo la fecero in treno, e infatti mi divertii moltissimo ^__^
Domanda: perché il gioco della bottiglia no? Credevo che le gite si facessero soprattutto per permetterglielo, o quasi…
il gioco del pascià funziona così: li metti seduti in cerchio alternati, un maschio e una femmina, numerandoli. al centro del cerchio c’è un maschio (il pascià). quando chiami due numeri (un M e una F) i due devono alzarsi, correre intorno al cerchio, rientrare dal proprio posto e
1) la ragazza deve cercare di dare un bacio al pascià
2) il ragazzo deve fermarla e darle un bacio a sua volta.
naturalmente la cosa va “pompata” un po’ come sfida tra maschi e femmine, con tanti partecipanti (magari di classi diverse, tra cui ci siano simpatie e filarini), e scegliendo bene il pascià. se poi sei a conoscenza di qualche amoruccio, e piloti un po’ la chiamata dei numeri, beh, il successone è assicurato.
Bella gita. Noi quest’anno siamo andati in Toscana. Negli anni scorsi in Emilia Romagna, Campania, Calabria. Per l’anno prossimo pensavamo al Veneto.