Intervista a Giulia Orecchia: Le Fiabe di Calvino per i più piccini

Pubblicato aprile 22, 2013 da labiondaprof

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Il 19 marzo 2013 è stato pubblicato da Mondadori Fiabe italiane di Calvino-Fiabe per i più piccini, illustrato da Giulia Orecchia.

Ammiro davvero molto il suo lavoro, cosi le ho scritto e le ho chiesto se era disponibile per un’intervista.

E stata davvero gentilissima e cosè ecco qui la mia intervista a Giulia Orecchia.

Quando e come ha capito che “da grande” le sarebbe piaciuto illustrare libri per lavoro?

Quando leggevo il Corrierino ammirando gli illustratori uno per uno, o a 11 anni quando ho partecipato al concorso del Corriere dei Piccoli per la copertina di Natale, senza vincere, o quando negli intervalli della Scuola Politecnica del Design (dove insegnavano progettazione, grafica, colore e tipografia Pino Tovaglia, Umberto Fenocchio, Narciso Silvestrini, Bruno Munari, Max Huber, Heinz Weibl…) passavo il mio tempo nella libreria Favelliana, piena di libri per bambini della Emme Edizioni.

Quale percorso di formazione ha seguito per diventare illustratrice?

Non esisteva al tempo in Italia alcun percorso specifico. Dopo il liceo artistico e la scuola di grafica ho cominciato a lavorare come assistente, grafica e illustratrice. Ho imparato dagli illustratori che ho conosciuto e dal loro lavoro, e lavorando sul campo.

Quali difficoltà ha dovuto affrontare inizialmente e quando ha capito che ormai poteva vivere del suo lavoro?

Ho lavorato come assistente in uno studio dove si facevano cartoni animati, in uno studio grafico, come art director e grafico per una casa editrice di libri scolastici e come illustratrice tuttofare. A 24 anni sono andata a vivere per conto mio, e da quel momento mi sono buttata a capofitto nel mondo, vivendo del mio lavoro: per forza. Erano anni nei quali ciò era possibile. Ho cominciato collaborando con riviste, agenzie di pubblicità e studi di grafica. Il primo libro è stata un’occasione per cominciare a lavorare nell’editoria per l’infanzia e per fortuna sono riuscita a coglierla al volo, forse perché ci tenevo così tanto… Le esigenze delle case editrici comunque erano allora molto diverse da quelle attuali. L’editoria per ragazzi è diventato l’unico settore nel quale lavoro solo da quando editoria periodica e pubblicità sono entrate nell’ombra della crisi.

Qual è il  libro che le è rimasto impresso da lettrice-bambina e quale invece quello che ha amato di più come illustratrice?

Preferirei dire “Uno dei libri che…” , mi riesce troppo difficile scegliere, amo così tanti libri per così tanti motivi diversi… però potrei rispondere: da bambina La famosa invasione degli Orsi in Sicilia di Dino Buzzati e da illustratrice La famosa invasione degli Orsi in Sicilia di Dino Buzzati

Quali colleghi italiani apprezza particolarmente? E quali stranieri?

Tutti coloro che lavorano con professionalità e passione. Molti sono grandi amici, e da tutti loro c’è qualcosa da imparare. E’ un mestiere un po’ particolare: disegnare tutto il giorno, spesso in solitudine, porta a starsene immersi in un mondo interiore di immagini, dove la parola non è sempre necessaria. Tra noi ci si capisce e c’è molta più complicità che rivalità.

Il 19 marzo è uscito esce il libro Fiabe italiane di Calvino-Fiabe per i più piccini. Può raccontarci quali fiabe sono state scelte dalla raccolta di Calvino e quale di queste le è piaciuto di più illustrare?

Certo! Gallo Cristallo, Le ochine, Il bambino nel sacco, Cecino e il bue, I due gobbi.

Illustrare le fiabe italiane raccolte da Calvino è stato un grandissimo onore e piacere! La mia fiaba preferita (da illustrare) è stata quella del gallo, perché mi piace tantissimo disegnare gli animali.

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Il suo prossimo progetto? 

Sto lavorando a un testo meraviglioso di Andrea Camilleri per bambini, per Mondadori. Anche qui, grandissimo onore e piacere.

Quale consiglio darebbe ad un giovane che aspira a diventare illustratore?

Di studiare molto, avere coraggio e costanza. E di ragionare attentamente sul fatto che al giorno d’oggi solo pochi riescono a fare l’illustratore come mestiere del quale poter vivere. Si possono fare libri come opere d’arte: è un piacere grande, tanta soddisfazione, tanto fascino, davvero! Ma non è facile farne un mestiere vero e proprio…

Ha svolto e svolge tuttora laboratori didattici e letture animate con i bambini. Considera importante questa attività? Cosa le dà questa esperienza?

Sì, è bellissimo lavorare insieme ai bambini, sono degli illustratori pieni di entusiasmo, creatività e competenza. Si impara molto dalla loro visione del mondo, aiuta a fare libri nella loro stessa lingua. Io spero di riuscire a trasmettere ai bambini e ai loro insegnanti la consapevolezza che l’arte è un grande piacere e uno spazio di libertà e scoperte. Che l’arte rende visibile l’invisibile, come diceva Paul Klee.

Cosa consiglierebbe a due genitori che vogliano far nascere nel loro bambino l’amore e l’abitudine alla lettura?

Non posso dare una risposta, non sono titolata e vi spiego perché.

Pensavo fosse importante proporre ai bambini libri, leggere libri, trasmettere amore per la lettura, soprattutto con l’esempio. Bene.

Ho riempito la camera dei miei bambini di libri, ho mostrato loro libri, ho letto loro libri ogni sera per 7 anni, da quando ne avevano 2 fino ai 9, senza imporglielo eh, con piacere reciproco. Cerco di dare l’esempio: leggo molto nei momenti liberi, leggo qualche pagina ogni sera prima di addormentarmi, regalo libri. Quando non so cosa fare faccio un salto in una libreria. Ho amici che scrivono, illustrano, fanno editing, sono editori, aprono librerie. Ascolto Fahrenheit e vado al festival di Mantova. Ebbene: i miei figli sono dislessici, non amano i libri e non hanno nessuna abitudine alla lettura. E per conto loro avranno letto sì e no alcuni dei libri obbligatori per la scuola…

La ringrazio della cortesia, e buon lavoro!

La ringrazio molto anch’io!

Giulia Orecchia

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